
Foto di piero tasso da it.wikipedia.org
Il M5S non nasce come forza politica di destra. È diventato di destra per vincere. È diventato di destra per governare.
il cittadino deve esercitare la decisione politica senza la mediazione
Alle origini propugnava la democrazia diretta in opposizione alla democrazia rappresentativa. Secondo questa idea, il cittadino deve esercitare la decisione politica sui temi della realtà che lo circonda senza la mediazione dei partiti, dei sindacati, delle associazioni ecc. Ciascuno vale uno e la decisione a maggioranza determina direttamente l’azione dello Stato.
Per costruire questa cultura politica, esso ha proposto ed alimentato una visione della realtà che superasse il conflitto storico tra Capitale e Lavoro a favore di una rappresentazione della società (e dei rapporti di forza in essa costituiti) dominata dalla categoria di cittadino. I cittadini sarebbero un generico popolo pacificato in se stesso, il quale spontaneamente coopererebbe al benessere di ciascuno degli individui e all’efficienza delle istituzioni di cui si è dotato. Il conflitto dei cittadini, portatori di una visione universalistica del benessere sociale, è contro la élite che gestisce in modo oligarchico e corrotto il potere dello Stato e i mezzi di produzione. I corpi sociali intermedi sono il mezzo attraverso il quale si attua il dominio dell’élite. Partiti e sindacati, piuttosto che organizzare la vita politica dei cittadini, agiscono da barriera tra questi ultimi e il processo decisionale che si svolge intorno alle questioni che li riguardano.
Né di destra né di sinistra voleva innanzitutto stabilire che il conflitto tra chi detiene i mezzi di produzione e chi ha la forza-lavoro è superato. Poi ha anche avuto una sua valenza tattica per marcare una differenza con le forze di sistema, ma questo è secondario.
Questa visione disossata del conflitto sociale ha ottenuto tre effetti politici strepitosi:
- rivalutare implicitamente il liberismo economico: i cittadini, nella qualità di categoria onnicomprensiva, perseguono in quanto tali il benessere universale; allora il modo di vivere dei cittadini, che de facto perseguono il loro benessere individuale, è di per sé giusto così com’è;
- per il punto precedente, che il M5S si accreditasse nel salotto della politica che conta come forza non ostile ai capisaldi del sistema (proprietà privata, consumismo ecc. );
- che l’elettorato italiano, dagli anni del cosiddetto riflusso nel privato piuttosto restio alla messa in discussione del suo modo di vivere, accettasse senza timori d’eversione questa proposta di cambiamento conservatore.
il lavoratore dipendente non immagina altro mondo da quello in cui il mezzo di produzione ce lo mette un altro
Il cittadino, tutto preso dal perseguire il suo benessere materiale, non ama la promessa di grosse perturbazioni nel sistema, perché quest’ultimo gli dà bocconi più o meno sostanziosi secondo la congiuntura per alimentare in lui i soliti miraggi. Di conseguenza il cittadino in maggioranza, il lavoratore dipendente, che non immagina altro mondo da quello in cui il mezzo di produzione ce lo mette un altro, l’imprenditore, si lascia attrarre da chi parla d’impresa e miliardi; mentre chi parla già genericamente di diritti dei lavoratori gli indica la strada verso l’inconcludenza a cui lo ha abituato la sinistra.
Che il discorso dei 5S sia rivolto alla « piccola e media impresa » non è che un artificio ideologico per avallare lo schema: il cittadino imprenditore vessato dal fisco contro il grosso imprenditore oligarca dell’élite, che ha la residenza fiscale in Lussemburgo e la manovalanza in Cina.
Su questa perdita del substrato culturale di classe si basa preminentemente la rappresentazione post-ideologica della mondo. La classe c’è sul piano materiale, ma non si rappresenta più sul piano simbolico e perciò non è più classe. Invoca il padrone per salvarsi, ad esso si uniforma culturalmente.
dietro la maschera feroce del mostro chiamato populismo in realtà si cela il solito sistema
Piuttosto che ricostruire quel piano simbolico, il M5S non ha fatto altro che intercettare il sentimento diffuso in gruppi sociali molto diversi, legarlo insieme con l’ideologia della post-ideologia e passare alla cassa delle elezioni a riscuotere.
La sua forza è stata l’offrire un simbolo facile, quello di cittadino, intorno al quale raccogliere consenso politico senza l’impegno ad una prassi politica militante. Il M5S è post-ideologico per davvero: ha capito che è il popolo che è di destra, e gli ha offerto rappresentanza.
Se avesse parlato esplicitamente di lavoratori e diritti, di investimenti pubblici, di tasse alte per i ricchi, di standard retributivo europeo e freni alla libera circolazione dei capitali, non avrebbe preso manco i voti di Rifondazione.
Dietro la maschera feroce del mostro chiamato populismo in realtà si cela il solito sistema, soltanto un pizzico più forte coi deboli e un pizzico più debole coi forti. E perdonatemi se quello che vi dirò suona un po’ moralista, ma non posso fare altro: un nuovo modello si può costruire solo rimettendo in discussione il dogma a cui oggi siamo tutti devoti, da destra a sinistra, senza eccezioni: il benessere materiale individuale. Solo distruggendo i suoi simboli nascerà qualcosa di nuovo (magari proprio a sinistra, chissà …).